Note Tecniche sull’utilizzo della linea 100V

L’ orecchio umano è in grado di percepire suoni e rumori da un minimo di circa 30 dB di SPL fino alla soglia del dolore, che si trova poco sopra i 130 dB, in un range di frequenza che spazia da 20 HZ a 20 KHz da bambino, e si modifica in età adulta in 30 Hz a 13 KHz. Una vita sregolata, nelle abitudini sonore, può irrimediabilmente danneggiare il ns apparato uditivo.

Per esempio, se un ragazzo di vent’anni, ai giorni nostri, frequenta discoteche dove la pressione sonora è intorno ai 120 dB, per due volte la settimana, a distanza di un anno difficilmente ascolterà ancora qualcosa oltre i 10 KHz.

Chiunque vive in una grande città ed è abituato a sentire rumori di una certa intensità, durante una gita in campagna o in montagna sentirà addirittura l’oppressione del silenzio assoluto, e gli fischieranno anche le orecchie, mentre invece se lo portiamo in discoteca una volta all’anno, in quella serata avrà l’emicrania provocata dalla pressione acustica per lui inaccettabile.

L’ambiente dove viviamo tutti i giorni modifica il ns. modo di sentire e di ascoltare.

E’ chiaro che per essere ascoltato un suono deve avere un livello che sovrasti tutti i suoni che l’ambiente ci propina nella quotidianità, e che sono ormai accettati dal ns. fisico come rumori ambientali abitudinari.

Per rendere intelligibile un messaggio in un ambiente, questo messaggio deve avere un livello almeno 5 dB superiore al rumore presente nell’ambiente stesso, e la superficie calpestabile deve essere il più possibile sonorizzata e per ottenere questo si devono installare più diffusori acustici.

Gli amplificatori di recente costruzione richiedono una impedenza di carico minima di 4 Ohm, al di sotto della quale si compromette “la salute” dell’amplificatore stesso: al tempo stesso aumentare l’impedenza del carico al di sopra degli 8 Ohm normalmente richiesti abbassa notevolmente la potenza erogata.

Un amplificatore che eroga 50 W su 8 Ohm dovrebbe erogare a livello teorico 100 W con un carico di 4 ohm mentre è certo che ne eroga 25W su 16 ohm.

Il numero dei diffusori da collegare ad un amplificatore e la lunghezza del filo determinano anche la tipologia della linea da utilizzare, a bassa impedenza oppure a tensione costante 100 V.

E’ consigliabile quindi, quando la linea è lunga ed i diffusori sono più di 2, utilizzare amplificatori che abbiano uscite a tensione costante 100 V e diffusori dotati di trasformatore: un impianto così concepito eleva l’impedenza a centinaia di ohm e non risente più dei pochi Ohm del filo, facilitando il collegamento dei diffusori, tutti in parallelo, e mantenendo costante su tutta la linea la qualità del segnale, anche dopo Km di filo.

L’amplificatore a 100V, in questo caso, “vede” come carico il trasformatore del diffusore e non l’altoparlante in esso contenuto, e la sua potenza sopportabile, non quella dell’altoparlante: per esempio, se in un diffusore da 50 W inserisco un trasformatore da 6 W la potenza sopportabile diventa di 6 W.

L’impedenza del trasformatore dei diffusori è rapportata alla potenza sopportabile, quindi per facilitare i conteggi, basta fare la somma dei Watt di tutti i diffusori per sapere quale amplificatore adoperare nel rispetto dell’impedenza.

Un’altra possibilità che questo tipo di impianto permette di fare, è la combinazione di diffusori di potenza differente collegati alla medesima linea.

Tutti i diffusori dotati di trasformatore hanno la possibilità di collegamento anche a potenze diverse dalla nominale: di solito almeno a metà potenza, a volte anche ad un quarto ed un ottavo.