La videoproiezione

Inizialmente l’esigenza di proiettare fogli per dimostrazioni e riunioni esigeva l’utilizzo di lavagne luminose, che grazie ad un gioco di specchi e superfici riflettenti permettevano la proiezione statica di immagini e scritte incisi su fogli trasparenti.

Poi, circa 25 anni fa, sono nati i primi videoproiettori che permettevano, collegati ad un computer oppure ad un videoregistratore, di proiettare su schermi di maggiori dimensioni immagini statiche ed anche immagini in movimento e programmi televisivi.

Questo era permesso perché venivano utilizzati nel videoproiettore tre piccoli cinescopi, uno interamente rosso, uno interamente verde ed uno interamente blu: la proiezione avveniva attraverso tre lenti costosissime f:1-1, e l’installazione era laboriosa perché bisognava tarare il videoproiettore per far coincidere sullo schermo tutte e tre le proiezioni di colore: operazione che durava anche due o tre ore.

Questo sistema di proiezione utilizzava la tecnologia CRT. Successivamente, con il progredire della tecnologia LCD a cristalli liquidi, si sono ottenuti risultati eccellenti ed un notevole rimpicciolimento del videoproiettore. L’obiettivo è uno solo e l’allineamento delle tre matrici colorate è impostato in fabbrica, In questo modo le uniche esigenze in fase di installazione sono la messa a fuoco e la regolazione della dimensione dello schermo tramite le ghiere sull’obiettivo.

Da poco tempo, inoltre, esiste un ulteriore tecnologia, inventata da Texas Instruments, chiamata DLP. Utilizza una sola matrice che invece di essere dotata di pixel usa microscopici specchietti che rifrangono la luce se  eccitati.

La luce riflessa prima di raggiungere l’obiettivo attraversa una ruota colorata il cui movimento è sincronizzato con l’immagine da proiettare: il fascio luminoso viene così colorato e l’immagine ricostruita a colori.

Queste due ultime tecnologie hanno permesso l’evolversi del mercato, e sono entrate anche nelle case di appassionati di cinema e tv, sostituendo egregiamente il televisore e permettendo schermi di ben più ampie dimensioni.

Cosa fa la differenza, oggi, tra due videoproiettori a parte la tecnologia impiegata?

• La luminosità dell’immagine proiettata misurata in ansi lumen,

• la risoluzione dell’immagine ( maggiore è il numero dei pixel delle matrici e maggiore è la risoluzione),

• il formato dell’immagine (oggi nascono tv e videoproiettori già nel formato cinematografico con rapporto  16:9 invece del solito 4:3 )

• ed il maggior rapporto di contrasto che permette di avere immagini più contrastate e quindi sempre più  vicine alla proiezione cinematografica con pellicola ( più è grande il rapporto e più il nero proiettato è nero e non grigio).

Più la luminosità del videoproiettore è elevata, maggiore è la possibilità di vedere l’immagine proiettata sullo schermo in presenza di luce esterna.

Ora, dobbiamo analizzare l’ambiente dove proietteremo le nostre immagini quando scegliamo il videoproiettore da acquistare: dove posiziono lo schermo? Quanta luce ambientale Io colpisce? (dalle finestre e dalla illuminazione artificiale) Che dimensione dell’immagine voglio?

Se l’ambiente è abbastanza buio e l’immagine è contenuta nelle dimensioni (videoproiettore più vicino allo schermo) il risultato può essere soddisfacente anche con 700/800 ansi lumen. All’aumentare della luminosità ambientale, della distanza del videoproiettore dallo schermo e della dimensione dell’immagine, aumentano anche gli ansi lumen richiesti: esistono proiettori con oltre 10.000 ansi lumen.

Anche la risoluzione richiede un approfondimento dell’argomento: se lo schermo è grande, e se lo si guarda da vicino, come in un normale appartamento, si riescono a vedere i pixel proiettati circondati da una piccolissima cornice nera che su di un’immagine chiara risulta essere fin troppo evidente.

trasmissione televisiva questo effetto è molto meno visibile e fastidioso. Infatti, con l’utilizzo del computer per dimostrazioni in riunioni di lavoro dove l’immagine proiettata è sempre statica, si richiede a volte una maggiore definizione dell’immagine proiettata.

Per questo motivo oggi esistono diverse risoluzioni delle matrici, a seconda delle esigenze:

• VGA: 640×480 (la più bassa definizione oramai non più usata in prodotti di ultima generazione)

• SVGA: 800×600 (480.000 pixel per matrice) è la risoluzione più diffusa, ottima per immagini video e per utilizzo professionale basilare

XGA: 1024×768 ( 786.432 pixel per matrice) è la risoluzione più usata in ambito professionale ed  anche in installazioni Home Cinema di alto livello

SXGA: 1280×1024 ( 1.310720 pixel per matrice utilizzata solo per impieghi specialistici ( studi di  progettazione e applicazioni in ambito medicale)

UXGA: 1600×1200 Non esistono ad oggi sul mercato matrici con questa risoluzione nativa

E’ comunque possibile la visione di immagini con risoluzione superiore a quella del videoproiettore stesso grazie ad un processo di compressione digitale inserito nel software della maggior parte dei videoproiettori.

Rimane chiaro e comprensibile che ad un maggior numero di pixel corrisponde una dimensione inferiore del pixel stesso, e che quindi a parità di dimensioni, l’immagine sarà più definita e compatta.

L’evoluzione di questo tipo di prodotto è sempre in costante ascesa: avremo videoproiettori sempre più piccoli, luminosi e definiti nella proiezione, e forse nel tempo anche più economici!

SCHERMI PER VIDEOPROIEZIONE

Molti utilizzano i videoproiettori senza dare una adeguata importanza allo schermo dove l’immagine viene ricreata. I migliori costruttori di schermi dichiarano nelle caratteristiche anche il guadagno e l’angolo di visione: dati essenziali per determinare il risultato.

Esempio:

un guadagno 0.8 indica che la luminosità riflessa è il 20 % in meno di quella che colpisce lo schermo: un guadagno 1.2, invece, indica che è più luminoso del 20 %. Questo permette, dove la luminosità ambientale è invadente, una migliore visione a parità di Ansi lumen.

I teli per videoproiezione sono costruiti utilizzando una tela in PVC lenticolare, che permette una visione migliore, con un angolo di visione differente a seconda degli usi. Minore è l’angolo di visione, per esempio 90°, maggiore è il guadagno in luminosità, perché la rifrazione sarà più concentrata: infatti se deve allargare la visione, per esempio a 180 °, minore sarà la luce riflessa nella singola direzione.

Esistono schermi per diversi utilizzi:

• per retroproiezione, dove il videoproiettore è posizionato dietro lo schermo

• con tela bianca lenticolare, per visione frontale con ampio angolo di visione

• con tela metallizzata, sempre lenticolare, da usarsi in presenza dì luce ambientale

• con tela microforata, per l’utilizzo con diffusori dietro lo schermo

• con retro nero, da usarsi quando sono presenti fonti luminose dietro il telo.

E’ importante, inoltre, che I telo sia ignifugo, soprattutto in ambienti pubblici, dove la sicurezza per il pubblico è d’obbligo.