I Microfoni

Generano un segnale di pochi milliVolt, nell’ordine dei 3 – 5 mV.

Possono essere dinamici oppure a condensatore.

La capsula dinamica si può comparare ad un microscopico altoparlante usato al rovescio: mentre nell’altoparlante se applichiamo una tensione alternata ai capi della bobina mobile abbiamo il movimento della membrana o del cono, nella capsula microfonica l’aria spostata dal ns. parlare provoca il movimento della membrana plastica e sottilissima, estremamente leggera ed otteniamo un segnale ai capi della bobina.

Nella capsula a condensatore, invece, la ns. voce muove una membrana metallica posizionata in mezzo a due elettrodi creando ipoteticamente due condensatori ad aria: spostandosi la membrana cambia la capacità dei condensatori, e questa differenza in uscita è il ns. segnale.

I due elettrodi devono essere alimentati, da due tensioni identiche ed è per questo che la tensione di alimentazione per i microfoni a condensatore è denominata Phantom (fantasma).

I RADIOMICROFONI

Sono microfoni con incorporato un trasmettitore radio su frequenze in banda TV VHF e UHF. Ogni trasmettitore viene abbinato in frequenza ad un ricevitore collegato alla sezione pre dell’amplificatore.

L’ 8 aprile 2000 è entrato in vigore il Piano delle Frequenze Europeo, al quale tutti gli Stati membri della CEE si sono attenuti, e nel quale finalmente anche i radiomicrofoni hanno avuto uno spazio a loro dedicato:

VHF: da 174 a 216 MHz

UHF: da 470 a 854 MHz

La potenza massima permessa è di 50 mW.

Il funzionamento della parte microfono si comporta esattamente come i microfoni, sezione già descritta.

Il segnale in uscita dalla capsula viene “trasportato” da una frequenza VHF o UHF, irradiata in aria libera, dal trasmettitore verso il ricevitore. Una volta eliminata la frequenza portante, il ricevitore restituisce il segnale originale.

La versione più sofisticata è dotata di un sistema ricevente chiamato diversity, composto da 2 sintonizzatori diversi sulla medesima frequenza e da 2 antenne. Detto sistema permette all’utilizzatore di muoversi, nell’ambiente dove è situato il ricevitore, senza avere perdita di segnale.

Nell’eventuale ipotesi che la prima antenna perda il segnale, per esempio perché il trasmettitore entra in una zona d’ombra, viene immediatamente commutato il secondo sintonizzatore con la sua relativa antenna: in questo modo non ci sono mancanze di segnale in ricezione.